sabato 30 luglio 2022

 Pochi giorni fa ho perso un caro amico sacerdote, don Carlo Brezza. Qualche anno fa gli ho fatto una foto che ben trasmette la sua simpatia. Era anche laureato in fisica e aveva scritto bei testi di teologia. La sua caratteristica principale per me è stata l’allegria. Ci siamo conosciuti negli anni 60, eravamo giovanissimi e abbiamo subito condiviso un modo allegro di affrontare le vicende della vita. Ne abbiamo vissute molte anche negli ultimi anni in cui vivevamo nella stessa casa: lui milanese, io napoletano eravamo in sintonia sul tema della serenità.

Ho vegliato la sua salma per ore. In un primo momento avevo impulsi di pianto ma in un secondo momento mi è venuto in mente Gesù che rimprovera i sadducei: “Dio non è il Dio dei morti ma dei viventi” (Mt 22). E allora ho iniziato la conversazione con lui nel giardino fiorito del Paradiso e sono tornato a casa sereno. 

Avevo un buon rapporto con Indro Montanelli. Una delle ultime volte che sono andato a trovarlo mi ha ricevuto dicendo: “Caro Pippo, sono circondato da un cimitero!”. E’ inevitabile che col passar degli anni si perdono gli amici, sempre più frequentemente. Carlo Brezza mi ha insegnato come si accetta la morte di un caro amico.

 Mi è venuta in mente la madre di Sant’Agostino che riteneva non importante il luogo dove sarebbe stata sepolta perché l’anima continuava a vivere. Lei che in anni precedenti aveva insistito per essere sepolta accanto al marito, si era resa conto che è l’anima che vive.

L’eredità che mi ha lasciato il mio amico è una fede piena di allegria. L’uomo di fede è sereno. Ultimamente consiglio ai miei amici di essere amici della Madonna del Buon Umore. Non esiste un santuario con tale nome ma, se ci fosse, potrebbe portare sul frontespizio la scritta: “causa della nostra letizia”. Il cristiano può soffrire ma non essere triste. Arrivederci Carlo!

 

 


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